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Giardinaggio Gli Arbusti.

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La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

Scienza e Tecnica

Alberi Arbusti Rampicanti Frutteto Giardino Acquatico Giardino in Vaso Giardino Roccioso Giardino Prato Terreno Annuali Biennali Bulbose Perenni 01 02 03 04 Piante d'Appartamento Piante Siepi Orto Progettazione Anatomia della Pianta Elementi di Botanica La Sistematica delle Piante Processi Fisiologici della Pianta Ricerche Complementari

Gli Arbusti

Introduzione Piantagione L'Acquisto e la Piantagione La Messa a Dimora Cure Colturali L'Innaffiatura La Concimazione Protezioni Contro il Freddo e il Vento Potatura

La Potatura degli Arbusti nei Primi Anni Dopo L'Impianto La Potatura degli Arbusti Caducifogli con Fioritura sui Rami dell'Anno Precedente La Potatura degli Arbusti don Fioritura sui Rami dell'Anno La Potatura di Ringiovanimento La Potatura di Manutenzione Come Allevare un Arbusto a Spalliera Moltiplicazione La Moltiplicazione per Mezzo di Talee Semilegnose La Moltiplicazione per Mezzo di Talee Legnose La Moltiplicazione per Mezzo di Propaggini Come Ottenere Nuove Piante dai Polloni Radicati Le Malattie degli Arbusti Le Malattie Causate da Parassiti Animali Le Malattie Causate da Parassiti Vegetali Fisiopatie degli Arbusti

Abelia Abutilon Alloro Melanchier Canadensis Amelanchier Canadensis Arancio del Messico Aucauba Berberis Bosso Buddleia Callicapra Camelia

Carpenteria Ceanothus Ceratostigma Calicanto Cisto Clerodendro Corniol Cotinus Cotogno del Giappone Cotoneaster Daphne Deutzia

Eleagno Erica Escalonia Evonino Filadelfo Forsizia Fucsia Garrya Gaultheria Gelsomino Genista Ginestra

Ginestra di  Spagna Griselina Hamamelis Hebe Hibisco Iperico Kalmia Kerria Kolkwitzia Lagerstroemia Lantana Lauroceraso

Lavanda Leptospermum Ligustro Lillà Lippia Lonicera Magnolia Mahonia Melograno Mirto Nandina Nocciolo

Olea Olearia Olivello Spinoso Ortensia Osmanthus Pachisandra Parrotia Peonia Pernetteya Mucronata Pervinca Pieris Piracanta

Pittosporo Potentilla Ribes Rododendro Rosa Rose Botaniche Ibridi di Tea Ibridi di Floribunda Ibridi Miniatura Salice Sambuco

Santolina Senecio Sinforina Skimmia Sommaco Spirea Tamerice Viburno Weigela

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BOTANICA - GIARDINAGGIO - GLI ARBUSTI

LAVANDA

Le lavande (da noi si trovano ben 5 specie allo stato spontaneo) sono arbusti rustici, profumati, sempreverdi, impiegati un tempo solo per uso medicinale e domestico. Oggi se ne apprezzano le spiccate qualità ornamentali, ed è frequente trovarle, oltre che negli orti, anche nei giardini. I fiori sono utilizzati industrialmente per ricavarne delle essenze; inoltre, una volta seccati, servono per profumare ambienti e biancheria. La Lavandula spica è la comune lavanda, spontanea nelle aree mediterranee. E' un arbusto compatto, dal fogliame grigio-argenteo, che può superare, sia in altezza sia in diametro, 1 m. I fiori sono riuniti in spighe terminali erette, lunghe 4 cm, d'un colore azzurro un po' polveroso. La fioritura si protrae da giugno a settembre. La varietà "Hidcote" ha fiori d'un azzurro-porpora intenso ed è più piccola e compatta della precedente. La L. latifolia è un'altra specie spontanea da noi, alta fino a 60 cm e che si espande fino a 80. Il fogliame è grigio-argenteo e le infiorescenze azzurre, che compaiono da luglio ad agosto, sono un po' rade. La L. stoechas, anch'essa tipica delle regioni mediterranee, ha fogliame grigio-verde e infiorescenze porporine che si manifestano già ad aprile e si protraggono fino a luglio. La L. vera è una specie a portamento molto compatto, più espansa in larghezza (oltre 1 m) che in altezza (80 cm). Le infiorescenze, di lunghezza maggiore che nella L. spica, sono azzurro-porpora e compaiono da giugno a settembre. Il fogliame è grigio-verde. Interessante è la varietà "Nana alba", di taglia ridotta, con fiori bianchi e foglie grigio-argento.

PIANTAGIONE

Le lavande amano i terreni asciutti, ricchi di calcio, magri. Si piantano in autunno o in primavera in posizioni assolate. Se si allevano a siepe vanno distanziate di 30 cm.

CURE COLTURALI

Per proteggerla dal freddo, è opportuno disporre al piede una pacciamatura di torba. Si somministrano in primavera concimi organici.

POTATURA

Dopo la fioritura si eliminano tutti i fusti fioriferi. In primavera si potano i rami deboli, disordinati o danneggiati dal gelo. Vanno estirpate le piante più vecchie, sostituendole con piantine giovani. Se si volessero conservare i fiori per profumare i cassetti, si consiglia di raccoglierli prima che si siano aperti del tutto.

MOLTIPLICAZIONE Si propaga per mezzo di talee semilegnose, lunghe 10 cm, prelevate in agosto dai getti senza fiori, e da interrare in cassone freddo. La primavera successiva possono già essere piantate a dimora.

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LEPTOSPERMUM

Il Leptospermum scoparium è un arbusto sempreverde e delicato che può essere coltivato solo nelle regioni costiere mediterranee, altrimenti, in inverno, deve essere riparato in luoghi chiusi. Raggiunge in altezza i 3-4 m e in maggio-giugno si ricopre di grandi fiori bianchi, simili a quelli del mirto, che sbocciano tra le foglie strette, appuntite, verdi scure. Sono coltivate diverse varietà, tra cui il "Nichollsii", a fiori cremisi il "Red Damask", a fiori rossi; il "Chapmanii", con fiori rosa carico e il "Florepleno" dai fiori bianchi doppi.

PIANTAGIONE Si adatta a diversi tipi di terreno, anche poveri, purché ben drenati. Si pianta in autunno o in primavera al sole, o in posizioni riparate nelle regioni a inverno non molto mite.

CURE COLTURALI

Non necessita di particolari cure colturali. Nelle regioni a inverni piuttosto freddi, è consigliabile disporre una pacciamatura al piede con paglia o foglie secche e avvolgere i rami in teli di polietilene.

POTATURA

Non sono necessarie potature regolari; eventualmente si asportano in aprile i rami danneggiati o disordinati.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga all'inizio dell'estate per talee prelevate dai germogli giovani e lunghe 10 cm, da interrare in cassone alla temperatura di circa 16 °C. Quando sono radicate, si trasferiscono in piccoli contenitori da tenere in serra fino alla primavera successiva.

LIGUSTRO

Le specie appartenenti al genere Ligustrum, di cui sono coltivate soprattutto quelle sempreverdi, sono diffusissime: utilizzate specialmente come siepe o foggiate in forme obbligate, tollerano di buon grado le potature e rimangono compatte anche alla base. La fioritura è bianca, ma piuttosto insignificante. Il L. ovalifolium, originario del Giappone, è un arbusto sempreverde ma, nelle regioni a inverni freddi, perde parzialmente le foglie. Raggiunge sia in altezza sia in diametro i 2 m, e porta foglie ovali, lucide, tra cui spuntano in giugno le infiorescenze a pannocchia bianco-crema e profumate. In seguito si sviluppano bacche nerastre. Tra le varietà coltivate, l'"Aureum marginatum" ha foglia bordata di giallo e portamento più compatto ed è spesso utilizzato per abbellire i davanzali delle finestre; il "Variegatum" ha fogliame screziato nei toni del bianco-crema. Il L. japonicum è un'altra specie giapponese, dalla densa chioma sempreverde che supera i 2 m di altezza. Le sue infiorescenze di colore bianco, più, grandi che nella specie precedente, sbocciano in giugno.

PIANTAGIONE

Non ha specifiche esigenze in fatto di terreno, ma predilige quelli fertili. si mette a dimora dall'autunno alla primavera, in posizioni soleggiate od ombreggiate. Per una crescita più rigogliosa, e bene aggiungere, nella buca d'impianto, del letame maturo o altro concime organico.

CURE COLTURALI

Va innaffiato frequentemente in estate, soprattutto se il terreno è sciolto. Si concima in primavera.

POTATURA

Gli arbusti allevati in forma libera non necessitano di potature regolari. Le siepi si pareggiano 2 volte all'anno.

MOLTIPLICAZIONE

Il L. ovalifolium si propaga in autunno per mezzo di talee legnose, lunghe 30 cm, da interrare in vivaio all'aperto. Il L. Japonicum si moltiplica, sempre in autunno, per talee legnose, che devono avere una lunghezza pari alla metà di quelle della specie precedente, e vanno interrate in cassone freddo fino alla primavera successiva, epoca del trapianto in vivaio.

LILLA'

Conosciuti anche come "serenelle", i lillà, che appartengono al genere Syringa, erano già molto diffusi nei giardini del secolo scorso, per la stupenda fioritura dal tipico colore lilla e a volte bianco. Attualmente sono disponibili tantissime varietà e ibridi, ottenuti dalle specie originarie, che si diversificano sia per il colore dei fiori (molto più vario che un tempo) che per le dimensioni degli arbusti. Tutte le specie sono rustiche, a foglia caduca e piuttosto resistenti all'inquinamento. Alcune si prestano per formare barriere o schermi alti e per essere piantate isolate, altre sono adatte come siepi medie o basse, altre ancora risultano molto decorative nel giardino roccioso. Il lillà comune, S. vulgaris, è un grande arbusto che può raggiungere i 5 m di altezza e i 3 di diametro. A primavera inoltrata, all'apice dei rami compaiono le infiorescenze a pannocchia, erette, color lilla, caratterizzate da un intenso profumo. Da questa specie sono derivate numerosissime varietà a fiori sia semplici sia doppi. Tra le prime si possono ricordare "Blue Hyacinth", arbusto espanso dai fiori color lavanda; "Candeur", dai fiori bianchi e portamento compatto; "Massena" dalle infiorescenze porpora scuro; "Primrose", arbusto eretto con fiori giallo crema; "Louis Spath", con fiori rosso acceso. Tra le varietà a fiori doppi si trovano invece: "Katherine Havemeyer", dai fiori color lavanda tendenti al porpora, molto profumati; "Mrs. Edward Harding", dai fiori rossi; "Alice Harding", arbusto eretto dai fiori profumatissimi e bianchi. Il S. x chinensis è un arbusto di 3 m di altezza, largo 2, ottenuto dall'incrocio del S. persica con la specie precedente, dalla fioritura vistosa e prolungata: le infiorescenze erette, lunghe 15-20 cm, di color lilla tendente al porpora, compaiono in maggio e sono molto profumate. Il S. persica è una specie proveniente dalla Cina, alta e larga 2 m, dal portamento arrotondato e dalla densa vegetazione. In maggio porta infiorescenze erette, color lilla che, nella varietà "Alba", sono bianche. Il S. x josoflexa è un altro ibrido, ottenuto in Canada, molto vigoroso e resistente alle malattie, dalle pregevoli qualità ornamentali. In primavera sbocciano le infiorescenze rosa, a pannocchia, lunghe fino a 25 cm, arcuate e poco compatte.

PIANTAGIONE

Predilige terreni fertili, pur adattandosi a diversi tipi di terreno da giardino. Si mette a dimora in autunno, al sole o in posizioni leggermente ombreggiate. Mal si adatta alla coltivazione in zone a clima mediterraneo. Le piantine utilizzate come siepe si distanziano tra loro di 1-2 m.

CURE COLTURALI

Si innaffia abbondantemente nei periodi di tempo caldo-asciutto; per mantenere una certa umidità nel terreno, è consigliabile, in primavera, pacciamare il terreno alla base dell'arbusto. Sempre in questa stagione si effettua una concimazione.

POTATURA

Ogni anno vanno eliminati i fiori appassiti e, dopo la caduta delle foglie, si tagliano le ramificazioni intricate, deboli o ingombranti. I polloni vanno invece staccati in luglio. Quando l'arbusto è invecchiato, si ricorre a una potatura di ringiovanimento.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga per mezzo di talee semilegnose, lunghe una decina di centimetri, prelevate in estate. Si interrano in cassone riscaldato preferibilmente dotato di nebulizzatore, mantenendo la temperatura intorno ai 16 °C. Quando sono radicate, si trapiantano in piccoli contenitori e infine in vivaio, nella primavera successiva.

LIPPIA

Il genere Lippia comprende più di 200 specie, ma solo la L. citriodora è diffusamente coltivata. E' un arbusto delicato, a foglia caduca, che supera il metro di altezza. E' apprezzato per l'aroma di limone che sprigionano le sue foglie lanceolate. Può crescere all'aperto solo nelle zone a clima mite, altrimenti deve essere coltivato in vaso e riparato in serra, durante l'inverno. In estate compaiono le infiorescenze color malva, lunghe circa 10 cm.

PIANTAGIONE

Non ha particolari esigenze in fatto di terreno, purché sia ben drenato. Si mette a dimora a primavera inoltrata, al sole, preferibilmente in luoghi riparati dai venti freddi.

CURE COLTURALI

D'inverno le piante coltivate in vaso vanno riparate in serra, con temperatura non inferiore ai 5 °C e terriccio appena umido. In primavera, dopo averle rinvasate, si spostano all'aperto aumentando via via le irrigazioni e concimandole periodicamente. Le piante coltivate in piena terra vanno concimate all'inizio della stagione vegetativa e irrigate frequentemente: eventualmente si dispone al piede una pacciamatura di torba umida.

POTATURA

Gli arbusti coltivati in vaso vanno potati in aprile, dimezzando le ramificazioni di 1 anno. Quelli cresciuti all'aperto si potano nello stesso periodo, tagliando fino a 30 cm dal fusto principale le ramificazioni più vecchie e a 8 cm dalla base quelle più giovani (laterali).

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga in luglio per talee semilegnose, lunghe 10 cm, da interrare in cassone freddo.

LONICERA

Molte delle lonicere coltivate, conosciute come caprifogli, sono piante rampicanti; alcune invece sono dei veri e propri arbusti, a foglia caduca o sempreverdi, rustici e adatti per formare siepi basse, bordure o per tappezzare le distese dei giardini. I frutti delle piante appartenenti a questo genere sono molto tossici. La Lonicera fragrantissima è una specie semisempreverde, non molto comune, che produce in febbraio piccoli fiori bianco-crema, profumati, a forma di campanelle, e in estate un bel fogliame ornamentale. Raggiunge un'altezza di 2-3 m. La L. tatarica è una specie a foglia caduca, dal portamento eretto, che produce da maggio a giugno fiori rosa, riuniti a mazzetti. Segue la comparsa delle bacche rosse. Le dimensioni sono simili a quelle della specie precedente. La L. involucrata è un arbusto a foglia caduca, che raggiunge sia in altezza sia in diametro i 4 m. Alla fine della primavera compaiono i fiori gialli, disposti a coppie. Si presta per formare siepi. La L. nitida è un arbusto originario della Cina occidentale. Ha un bel fogliame persistente, verde scuro, lucido, tra cui compaiono all'inizio dell'estate piccoli fiori insignificanti, gialli, seguiti da bacche violette. E' un arbusto compatto, che raggiunge i 4 m di altezza, adatto per formare siepi basse (oltre il metro, infatti, devono essere sostenute da fili orizzontali). E' coltivata anche una varietà a fogliame dorato chiamato "Baggeson's Gold". La L. pileata è una specie semipersistente, dal fogliame verde scuro, più piccola della precedente. Ha portamento espanso, aperto, e può essere utilizzata come tappezzante sulle scarpate e sotto gli alberi o collocata nelle bordure e nel giardino roccioso.

PIANTAGIONE

Non ha particolari esigenze in fatto di terreno ma preferisce quelli ricchi di humus, freschi e ben drenati. Si mette a dimora in autunno o in primavera, in posizioni fresche, semiombreggiate (la L. pileata cresce anche all'ombra). Per formare delle siepi, le piante vanno poste alla distanza di 30 cm una dall'altra.

CURE COLTURALI

Si irriga abbondantemente durante i periodi di tempo asciutto. In primavera è opportuno disporre al piede una pacciamatura di terriccio di foglie.

POTATURA

Dopo la fioritura si tagliano i rami vecchi, deperiti o cresciuti disordinatamente.

MOLTIPLICAZIONE Si moltiplica per mezzo di talee erbacee o semilegnose: queste ultime, lunghe circa 10 cm, si prelevano in luglio-agosto e si interrano in cassone freddo. Le talee radicate si trasferiscono in vivaio la primavera successiva.

MAGNOLIA

Si considerano qui le magnolie che hanno aspetto e dimensioni di arbusti. Quasi tutte di origine orientale (Cina, Giappone), sono apprezzate per le stupende fioriture. La Magnolia denudata è un arbusto o un piccolo albero (fino a 13 m di altezza) rustico. Fu la prima specie a essere importata in Europa dalla Cina, dove era largamente impiegata come ornamento di templi e palazzi imperiali. Ha foglie ovali, lanuginose, caduche. I fiori sono bianchi, profumati, larghi più di 10 cm, e compaiono in primavera sui rami ancora spogli. La M. liliflora è un'altra specie cinese dalle lunghe foglie caduche. Raggiunge un'altezza e un diametro di 4 m. Ha una fioritura prolungata, da marzo a maggio, che a volte ricompare in autunno. I fiori sono bianchi all'interno e porpora esternamente, sovente chiusi, eretti. La varietà "Nigra" ha fiori più grandi e scuri e portamento più compatto. La M. x soulangeana è un ibrido derivato dall'incrocio delle due specie precedenti. E' un arbusto a foglia caduca, dal portamento espanso, elegante, che raggiunge i 3-4 m di altezza. Figura tra le specie più coltivate, apprezzata com'è per l'abbondante fioritura rosa che precede lo spuntare delle foglie; numerose sono le varietà coltivate, tra cui l'"Alexandrina", con fiori color rosso-porpora; l'"Alba", a fiori bianchi; la "Rustica Rubra", dai grandi fiori bianchi e porpora, molto rustica e vigorosa. La M. kobus è un grande arbusto (fino a 8 m di altezza) di facile coltura, a foglia caduca, che può crescere anche in zone ombrose. I fiori, più piccoli di quelli delle altre magnolie, sbocciano copiosi in aprile. Anche i frutti rosa sono molto ornamentali. La M. stellata è anch'essa una tra le specie più diffuse nei giardini. E' un piccolo arbusto (altezza 3-4 m), compatto, molto ramificato, che all'inizio della primavera si copre di fiori stellati bianchi. Le foglie sono strette, lunghe circa 5 cm e compaiono dopo la fioritura. In genere viene innestata sulla M. kobus; belle sono anche le varietà "Rosea", a fiori rosa chiaro, e "Rubra", a fiori rosa scuro.

PIANTAGIONE

Predilige terreno profondo, argilloso e ricco di humus, tendenzialmente acido. Si mette a dimora in marzo-aprile, in posizioni semiombreggiate, riparate dai venti freddi. Se il terreno fosse troppo sciolto, converrebbe aggiungere della torba nella buca d'impianto.

CURE COLTURALI

Durante i periodi di tempo secco, si innaffia abbondantemente; in primavera è consigliabile disporre ai piedi dell'arbusto una pacciamatura di torba o terriccio di foglie, per conservare l'umidità nel terreno. Si concima in primavera con un fertilizzante organico.

POTATURA

Non sono necessarie potature regolari.

MOLTIPLICAZIONE

La moltiplicazione per seme è lenta: il seme, infatti, impiega più di 1 anno per germinare. Più facile è la moltiplicazione per propaggine, da effettuare in ottobre, piegando i rami alla base dell'arbusto. Si separano dalla pianta madre 1 o 2 anni dopo. Si può anche propagare in luglio per talee, lunghe circa 10 cm, munite di una porzione del rampo portante; successivamente si interrano in cassone alla temperatura di 20 °C, non senza averle prima immerse in una soluzione radicante.

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MAHONIA

Le mahonie sono arbusti sempreverdi, rustici, molto decorativi soprattutto alla fine dell'inverno quando sbocciano le luminose infiorescenze gialle. Già dall'estate portano bacche purpuree o blu scuro, anch'esse ornamentali. Alcune specie vengono piantate come tappezzanti sotto altri arbusti. La M. aquifolium è una delle specie più diffuse. E' un arbusto che emette facilmente polloni e che tende a espandersi più in larghezza (fino a 2 m) che in altezza (1,5 m). E' coperto di foglie verdi scure coriacee, composte da 5-9 foglioline dentate, spinose, che assomigliano a quelle dell'agrifoglio. All'inizio della primavera compaiono le infiorescenze allungate (fino a 15 cm), gialle, da cui si sviluppano bacche bluastre. La varietà "Atropurpurea" assume in autunno vivaci tinte rossastre, tendenti al porpora. Questa specie, molto rustica, è adatta come siepe o per tappezzare il terreno, sotto gli alberi. La M. x "Charity" è un ibrido che raggiunge un'altezza di 3 m e un diametro superiore ai 2. Anche questo arbusto ha foglie composte, coriacee, verdi scure, formate da foglioline dentate, spinose. Il maggiore pregio ornamentale è dato dalla fioritura, consistente in lunghe infiorescenze gialle ricadenti, profumate di mughetto, che compaiono in marzo o anche prima nelle zone a clima mite. La M. japonica, originaria della Cina, è un arbusto dal portamento un po' più rigido rispetto alle altre mahonie. Il fogliame è lucido, simile alle specie precedenti, ma più lungo. I fiori, che compaiono in gennaio-febbraio, sono riuniti in infiorescenze ricadenti, giallo chiaro, profumate, all'apice dei fusti. Raggiunge un'altezza di 2 m e un diametro di 3. La M. lomariifolia è una mahonia dall'aspetto un po' esotico per le lunghe foglie composte (fino a 60 cm), raggruppate all'apice dei fusti. E' un arbusto poco rustico, adatto solo per le zone a clima mediterraneo. In gennaio-febbraio compaiono le infiorescenze erette, di un giallo carico, lunghe fino a 20 cm, profumate. Supera in altezza i 2 m e in larghezza i 3.

PIANTAGIONE

Si adatta a diversi tipi di terreno da giardino. Si mette a dimora in autunno o in primavera (aprile-maggio), in posizioni soleggiate o all'ombra.

CURE COLTURALI

E' una pianta rustica, che non necessita di particolari cure colturali. La concimazione si effettua in primavera, con un fertilizzante ad alto titolo di potassio. Può capitare che sulle foglie compaiano macchie di origine fungina. Sarà bene irrorare immediatamente con poltiglia bordolese e somministrare antiiodici e pulverulenti.

POTATURA

Non sono necessarie potature regolari. La M. aquifolium va cimata in aprile, se utilizzata come tappezzante, a circa 15 cm dal terreno.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga per talee semilegnose, lunghe 10 cm circa, prelevate in luglio dalle ramificazioni principali. Si interrano in cassone, alla temperatura di 16 °C e, quando sono radicate, si trapiantano in piccoli contenitori da riparare in cassone freddo durante l'inverno. Si moltiplica anche per semi, in agosto, che vanno interrati in cassone freddo. Le piantine ottenute con questo metodo sono più adatte come tappezzanti.

MELOGRANO

Oltre ad essere coltivato come pianta da frutto, il melograno, Punica granatum, è anche un grazioso arbusto ornamentale, adatto alle zone a clima mite. La nota più bella è data dai fiori, di un colore rosso scarlatto molto vivace, che sbocciano ininterrottamente da maggio a luglio, all'apice dei rami di 1 anno o su corti rametti (dardi). In seguito si sviluppano i ben noti frutti cuoiosi, giallo arancio. Internamente contengono numerosi semi, ciascuno inserito in una loggia. E' un arbusto compatto a rami spinosi, che raggiunge i 6 m di altezza ricoperto di foglie oblunghe, verde brillante, che in primavera tendono al rossastro, e in autunno, prima di cadere, diventano dorate. Può essere coltivato anche nelle regioni a inverni piuttosto freddi, ma se le estati non sono abbastanza calde non fruttifica. E' adatto inoltre per la coltura in vaso: in tal caso è consigliabile la varietà "Nana", di taglia ridotta (fino a 90 cm di altezza) e di lenta crescita, con foglie e fiori più piccoli. Sono coltivate anche le varietà "Flore Rubro Pleno", dai grandi fiori scarlatti, e "Flore Albo Pleno" dai fiori bianchi doppi. I melograni da fiore, però, non producono frutti.

PIANTAGIONE

Predilige terreni freschi, tendenzialmente argillosi, fertili e non acidi. Si mette a dimora in autunno, contro un muro assolato, se è piantato nelle regioni a inverni freddi.

CURE COLTURALI

Le giovani piante vanno bagnate piuttosto frequentemente, soprattutto in primavera; quelle adulte sono invece più resistenti alla siccità. Le irrigazioni vanno ridotte durante la maturazione dei frutti, che altrimenti si potrebbero spaccare. Per evitare ciò, si possono raccogliere acerbi, alla fine dell'estate. Si concima in primavera o all'inizio dell'estate, possibilmente con fertilizzanti organici liquidi. La frequenza sarà settimanale per le piante coltivate in vaso, che d'inverno vanno poste in locali luminosi, aerati, con temperatura intorno ai 5 °C.

POTATURA

In primavera vanno eliminate o accorciate le ramificazioni deboli, vecchie o ingombranti, facendo attenzione a non tagliare i rami di 1 anno, che portano le gemme, a fiore.

MOLTIPLICAZIONE

Le piante ottenute da seme servono solo come portainnesto. Più indicata è la propagazione per mezzo di talee legnose, lunghe 20 cm o 10 nel caso di varietà nane, prelevate alla fine dell'inverno e interrate in cassone riscaldato alla temperatura di 16 °C. Quando sono radicate si trapiantano in piccoli contenitori. Si possono anche moltiplicare per propaggine, margotta o polloni radicati.

MIRTO

Il Myrtus communis è un arbusto tipico della macchia mediterranea, da tempo spontaneizzato in Europa. Apprezzato fin dall'antichità, è ancor oggi una specie preziosa nei climi temperati, per le notevoli qualità ornamentali e per l'estrema versatilità. Ha fogliame verde lucido, coriaceo, aromatico, tra cui compaiono, da giugno ad agosto, piccoli fiori bianco-crema, anch'essi profumati. D'inverno la pianta porta frutti ovoidali, porpora-nerastri. La chioma, tondeggiante e molto compatta, può essere utilizzata come siepe o tagliata in forme diverse, ma resta bella anche se allevata liberamente. In piena terra, raggiunge un'altezza di 2 m e un diametro di 1. E' specie adatta anche per la coltivazione in vaso dove raggiunge dimensioni inferiori. Tra le varietà coltivate, figurano il "Tarantina", con foglie più piccole e fiori bianchi, e il "Variegata", con fogliame variegato di bianco-crema.

PIANTAGIONE

Predilige terreno fertile, ben drenato e posizioni soleggiate e riparate. Nelle zone a clima mite si pianta in primavera avanzata, all'aperto. Nelle regioni a clima rigido deve essere coltivato in vasi da riparare durante l'inverno in locali luminosi alla temperatura di 5 °C.

CURE COLTURALI

Si innaffia frequentemente durante i periodi di tempo asciutto e si concima in primavera con un fertilizzante completo. D'inverno, le piante vanno protette con una pacciamatura di torba al piede. Gli arbusti coltivati in vaso si spostano all'aperto in primavera e si rinvasano, aumentando via via le irrigazioni; in inverno il terriccio nei vasi va sempre mantenuto leggermente umido.

POTATURA

Alla fine dell'inverno si eliminano, tagliandole alla base, le ramificazioni disordinate o deperite.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga in luglio per mezzo di talee semilegnose, lunghe 8 cm, prelevate dai rami non fioriti e da interrare in cassone riscaldato alla temperatura di 16 °C.

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NANDINA

La Nandina domestica è un grazioso arbusto sempreverde, originario della Cina e del Giappone, che raggiunge in altezza 1,5 m. La chioma frondosa, molto ornamentale, simile a quella del bambù, si allarga verso l'alto. Le foglie composte, tripennate, cambiano colore con le stagioni: sfumate di rosso in primavera, diventano verde chiaro in estate e rosso-porpora in autunno. In luglio compaiono all'apice dell'arbusto le infiorescenze a pannocchia, bianche, lunghe più di 20 cm e seguite da bacche scarlatte molto persistenti. Essendo semirustico, nelle zone a inverni freddi può essere danneggiato dal freddo, ma ricaccia prontamente dalla base.

PIANTAGIONE

Predilige terreni fertili, freddi, ben drenati e tendenzialmente umidi. Si pianta in primavera, quando il terreno si è un po' riscaldato, in posizioni soleggiate ma riparate dai venti freddi.

CURE COLTURALI

Si innaffia abbondantemente durante i periodi di tempo caldo e asciutto. Si concima in primavera. Nelle zone più fredde deve essere protetta, prima dell'inverno, al piede con una pacciamatura di torba o foglie secche, avendo cura di avvolgere la chioma con fogli di polietilene.

POTATURA

In estate, dopo la fioritura, si eliminano le branche più vecchie e deboli.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga per mezzo di talee lunghe 10 cm, prelevate in settembre dai getti laterali: queste si interrano in cassone freddo fino alla primavera successiva quando vanno trasferite in vivaio. Si può anche moltiplicare per seme, in ottobre, in serra fredda.

NOCCIOLO

I noccioli, appartenenti al genere Corylus, sono cespugli a foglia caduca, rustici, molto appariscenti in inverno per le lunghe infiorescenze gialle (amenti) che pendono dai rami. Tra le varie specie, una è spontanea in Italia, il C. avellana, diffusa soprattutto nelle regioni settentrionali. E' un arbusto che raggiunge i 6 m di altezza e i 3-4 di diametro della chioma, dalle foglie obovate e doppiamente seghettate ai margini. Da dicembre a febbraio compaiono gli amenti gialli lunghi 6-8 cm, a cui seguono i ben noti frutti commestibili (nocciole). Per scopi ornamentali sono più coltivate le sue varietà "Aurea", con fogliame giallo chiaro, e "Contorta", cespuglio non molto alto (2,5 m), di lenta crescita, caratteristico per la massa di rami intricati e contorti, che risaltano molto durante l'inverno. Il C. maxima è un'altra specie spontanea, simile alla precedente, ma con foglie più grandi e amenti più lunghi (10 cm). Molto attraente è la sua varietà "Purpurea", dal bellissimo fogliame rosso scuro, che mantiene la colorazione per tutta l'estate. Anche le infiorescenze e le cupole dei frutti sono dello stesso colore.

PIANTAGIONE

Si adatta a diversi tipi di terreno, preferibilmente ben drenati. L'impianto a dimora si effettua dall'autunno alla primavera. Vuole posizioni soleggiate o parzialmente ombreggiate, protette dai venti.

CURE COLTURALI

Sono necessarie le normali cure colturali. Può essere colpito da oidio, che si manifesta con macchie bianche sulle foglie, e marciume radicale, causato da eccessiva umidità nel terreno.

POTATURA

Nei primi anni dopo l'impianto, in primavera, si accorciano fino alla metà i rami prodotti l'anno precedente, in modo da stimolare la ricrescita. A fioritura ultimata, si elimineranno le ramificazioni più vecchie, tagliandole in corrispondenza di quelle più giovani e sane.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga facilmente per polloni, che si estraggono in autunno (solo quelli già radicati), senza staccarli del tutto dalla pianta madre. Si lasciano sul posto, coprendoli alla base con un po' di terra, e si piantano in vivaio 1 anno dopo. Si possono anche seminare (non le varietà) in autunno, in cassone freddo.

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